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Francois Rabelais il pantagruelico

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  • sole281
    00 07/10/2006 21:45
    Scrittore francese, erudito, medico, monaco benedettino, professore d’anatomia, ha legato la sua fama all’opera narrativa conosciuta sotto io titolo di “Gargantua e Pantagruel”.
    Con questo titolo si usa indicare correntemente l'insieme di quattro romanzi pubblicati da Rabelais in vita e di un quinto edito postumo. Lo spunto per l'opera venne all'autore da una stampa popolare di grande successo all’epoca, il cui protagonista era un gigante.
    Rabelais allora, intrecciò le gesta di due giganti, Gargantua (padre) e Pantagruel (figlio), come pretesto per narrare facezie allegre e scurrili, intrecciate a critiche della società e a prese di posizione ideologiche e religiose, che lo fecero condannare per immoralità dalla Sorbona e dal Parlamento.
    In “Gargantua e Pantagruel, all'ingrandimento su scala esagerata del bisogno di cibo dei giganti, si aggiunge la descrizione di situazioni incredibili, e per questo il termine “pantagruelico” è diventato sia il simbolo grottesco del grande mangiatore e bevitore, che del banchetto eccessivo e smisurato. E' assodata l'amicizia di Rabelais con
    Nostradamus che ne fu certamente un grande estimatore.
    Questo un passo dell'opera che narra l'infanzia di Pantagruel:
    "Era appena nato e immediatamente dovettero ordinare diciassettemila novecento e tredici vacche di Paurtille e di Brehemond per nutrire Pantagruel.
    Pantagruel era infatti così grande che nessuna balia avrebbe potuto soddisfare la sua fame.
    All'età d'un anno e due mesi, per consiglio dei medici, cominciarono a farlo uscire in un carrozzino tirato da buoi. Era un piacere vedere quel suo bel faccione con quasi diciotto pappagorge...".
  • sole281
    00 07/10/2006 21:46
    Focaccia Pantagruel alle cipolle
    Preparare una gigantesca pasta da pane con farina, lievito di birra, olio, sale e acqua, e metterla a lievitare.
    Affettare molte cipolle a pezzi sottilissimi e farli appassire nell’olio d’oliva senza che prendano colore.
    Prendere la pasta lievitata, tirarla con le mani e adagiarla in una teglia unta d’olio d’oliva.
    Distribuitevi sopra le cipolle con il loro condimento, e passate in forno già caldo.