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a proposito, qualcosa è rimasto, il disegno di leonardo della forma di fusione pronta per essere trasferita alla fonderia



aggiungo, che secondo alcuni studiosi già nel 1491, secondo altri nel 1493 il modello è pronto e visibile nel suo laboratorio di Corte Vecchia, l'ex palazzo ducale presso il Duomo. Lì sicuramente si trova nel 1493, quando viene celebrato il matrimonio fra Bianca Maria Sforza e Massimiliano d'Asburgo: non vi sono, infatti, valide ragioni per credere che il modello sia stato esibito pubblicamente, a differenza di quanto sostengono alcuni poeti dell'epoca.

Alla fusione, tuttavia, Leonardo non riesce ad arrivare: nel 1494, infatti, avvenimenti esterni fanno precipitare la situazione. I francesi di Carlo VIII scendono in Italia, allarmando con la loro brutalità gli stessi alleati, ed una enorme quantità di bronzo, pari a poco meno di 160.000 libbre (circa 70 tonnellate), che sarebbe dovuto servire alla realizzazione del monumento, viene invece mandata a Ferrara al duca Ercole d'Este per fabbricare cannoni.
Il bronzo non verrà più rimpiazzato a causa dei problemi finanziari del Moro, che, per sostenere la spedizione del re francese e pagare l'acquisizione del titolo ducale, ha speso cifre esorbitanti, finendo per coprirsi di debiti. Leonardo tuttavia non abbandona il progetto e, secondo una suggestiva ipotesi di Pedretti, fra 1495 e 1497 trasferisce modello e forma di fusione dal laboratorio di Corte Vecchia ad una vigna di sua proprietà nei pressi di Santa Maria delle Grazie, dove pensa probabilmente di sistemare la fonderia.

Ma le speranze di portare a termine l'opera svaniscono del tutto nel 1499, con la caduta del Moro. Il 9 e 10 settembre - Ludovico è già fuggito - una avanguardia delle milizie francesi di Luigi XII entra in Milano da Porta Vercellina e si accampa nei paraggi di San Vittore al Corpo. La vigna di Leonardo è poco lontana e l'enorme modello, ben visibile a così breve distanza, deve costituire una irresistibile tentazione per i balestrieri guasconi che se ne servono come bersaglio, danneggiandolo e forse distruggendolo. Si salva invece la forma, che giace in completo abbandono finché nel 1501 viene fatta richiedere da Ercole d'Este, intenzionato a riutilizzarla nella fusione di un monumento equestre a Ferrara. Non pare che la sua richiesta sia stata accolta e da quel momento della forma non si ha più notizia.

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