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odio e amo

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    chicom
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    admin
    gran maestro
    00 22/02/2007 16:21



    Odio e amo.
    Forse chiederai come sia possibile;
    non so, ma è proprio così, e mi tormento.

    (Catullo)

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    chicom
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    admin
    gran maestro
    00 22/02/2007 16:23

    Catullo

    nasce intorno all'84 a.C. a Verona nella Gallia Cisalpina da famiglia benestante e in rapporti di stretta amicizia con cesare. Dopo essere stato preparato dai migliori grammatici della Cisalpina, forse dopo aver indossato la toga virile (17° anno), si portò a Roma per raffinare, con i tradizionali studi di retorica, la propria preparazione culturale. La sua era una vita bohémienne, che alternava lo studio con gli svaghi; spesso faceva orge con amici, se la spassava con le ragazze prezzolate, fra battute salaci e scherzi di dubbio gusto; frequentava, com'era costume, le terme (F.DELLA CORTE, in CATULLO, Le poesie, a cura di F.Della Corte, Milano, Mondadori, 1977, p. IX).
    A Roma conobbe importanti personalità del mondo culturale: tra esse lo storico Cornelio Nepote, al quale è rivolta la dedica del carme 1. Ma, certo, ai fini della carriera poetica, si rivelò importante l'incontro con altri giovani, prevalentemente provenienti, come lui, dalla Gallia Cisalpina, interessati alla proclamazione di nuovi ideali di poesia, in aperto conflitto con la tradizione precedente. Tra essi, definiti sprezzantemente poetae novi da uno strenuo difensore della tradizione letteraria quale fu Cicerone, furono particolarmente cari a Catullo, Licinio Calvo ed Elvio Cinna.Accanto al poeta stava sempre, però, l'uomo, con i suoi affetti. Importante fu quello che lo legò al fratello, alla morte del quale (avvenuta nella lontana Troade intorno al 60 a.C.), per circa due anni, abbandona la dimora romana per far ritorno a Verona, presso la sua famiglia.
    Importante -centrale si potrebbe dire, alla luce della traccia che ha lasciato nell'opera poetica- risultò certo l'incontro con Lesbia, la donna del cuore. Nel 57 Catullo andò in Bitinia, al seguito del governatore Gaio Memmio: l'anno dopo, sulla strada del ritorno, nella Troade, per la prima ed ultima volta, rese omaggio alla tomba del fratello (carme 101). Un paio di anni dopo, a trent'anni di età, la morte.