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la ricostruzione di Santi Correnti

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    Artevizzari
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    art friend
    imbrattatele
    00 21/06/2008 00:50


    tratto dal notiziario bimestrale "Catania Nostra" (Ass. Cult. MarranzAtomo) Anno I - n° 1

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    chicom
    Post: 3.097
    admin
    sublime maestro
    00 27/06/2008 21:57

    o mioddio [SM=x629184]

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    Artevizzari
    Post: 16
    art friend
    imbrattatele
    00 30/06/2008 00:37
    Re:
    chicom, 27/06/2008 21.57:


    o mioddio [SM=x629184]





    Perchè? Che c'è di così strano o pauroso?!?! [SM=x629190]

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    chicom
    Post: 3.099
    admin
    sublime maestro
    00 30/06/2008 21:58

    beh, proprio dalla sicilia nn direi, da quel ke si dice in giro il termine è derivnte da una zona un pelo più a nord, nn molto però, incollo qui quel poco ke ho trovato ma ke già sapevo, meglio sarebbe leggerlo qui

    vedi anke qui


    Il nome deriva dal vocabolo Italói, termine con il quale i greci designavano i Vituli (o Viteli), una popolazione che abitava nella punta estrema della nostra penisola, nei pressi dell’odierna Catanzaro, i quali adoravano il simulacro di un vitello (vitulus, in latino). Il nome significa cioè “abitanti della terra dei vitelli”. Fino all’inizio del V secolo avanti Cristo, con Italia si indicò solo la Calabria, in un secondo tempo il nome fu esteso a tutta la parte meridionale del Paese.
    Dalla Calabria alle Alpi. Nel secolo III, dopo le vittorie riportate dai romani contro i Sanniti e contro Pirro, si estese fino al Magra e al Rubicone. Nel 49 avanti Cristo, quando anche alla Gallia Cisalpina furono concessi i diritti di cittadinanza romana, anche le regioni settentrionali della penisola presero il nome di Italia. Tali confini vennero ulteriormente dilatati con la riforma amministrativa di Augusto (27 dopo Cristo) che li portò a ovest al fiume Varo (presso Nizza) e a est al fiume Arsa, in Istria. (fonte: “Focus”)
    Mentre Antioco di Siracusa nel V secolo a. C. così scriveva:
    “L’intiera terra fra i due golfi di mari,
    il Nepetinico [S. Eufemia] e lo Scilletinico [Squillace],
    fu ridotta sotto il potere di un uomo buono e saggio,
    che convinse i vicini, gli uni con le parole, gli altri con la forza.
    Questo uomo si chiamò Italo che denominò per primo questa terra Italia. E quando italo si fu impadronito di questa terra dell’istmo, ed aveva molte genti che gli erano sottomesse, subito pretese anche i territori confinanti e pose sotto la sua dominazione molte città”.
    A confermare il tutto furono, tra gli altri, anche Dionigi (o Dionisio) di Alicarnasso e Aristotele. Re Italo estese il suo dominio sull’Enotria che si estendeva per un vasto territorio compreso fra l’asse Metaponto-Posidonia (dalla foce del Bradano alla foce del Sele) e l’attuale Calabria.

    “Antioco, figlio di Senofane, ha raccolto e scritto queste cose sull’Italia trascegliendo dagli antichi racconti le informazioni più affidabili e sicure; quella che oggi si chiama Italìa, in antico la possedevano gli Enotri”. (Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I, 11 - 12)
    “Antica sembra essere anche l’istituzione dei sissizi, quelli di Creta risalendo al regno di Minosse, ad epoca molto più antica invece quelli d’Italia. Dicono infatti gli esperti delle popolazioni che vivono lì, che divenne re dell’Enotria un certo Italo, dal quale si sarebbero chiamati, cambiando nome, Itali invece che Enotri. Dicono anche che questo Italo abbia trasformato gli Enotri, da nomadi che erano, in agricoltori e che abbia anche dato ad essi altre leggi, e per primo istituito i sissizi. Per questa ragione ancora oggi alcune delle popolazioni che discendono da lui praticano i sissizi e osservano alcune sue leggi”. (Aristotele, Politica, VII, 9, 2)