00 07/02/2011 21:45
lei indossa solo un asciugamano azzurro, è alta come me e mi sorride. Riesco a riprendere il controllo del mio corpo, prendo un asciugamano bianco che lei mi porge ed esco dalla stanza, vado in bagno, ora il caldo mi opprime ma non vorrei provare alcuna altra sensazione. L’acqua bollente mi arrossa la pelle e mi godo quei pochi brividi di fuoco lavandomi attentamente mentre i miei pensieri si aggrovigliano ai nodi che ancora sento nello stomaco, come ho detto ho paura o forse sarebbe meglio dire ho il terrore di quanto possa non accadere. Tre sere prima al bar è stata la sola ragazza che non mi ha chiamato: “amore” e che non ha nemmeno tentato di convincermi a salire in camera con lei, quando le sono passato a fianco per uscire a prendere una boccata d’aria mi ha fermato dicendomi: “Sai che sei proprio sexy vestito cosi’”. Dopo una giornata passata a tirare plastica in facciata ero cosi’ sporco e sudato che poco o nulla avevo ancora di umano, ho subito pensato ad una specie di approccio ma Nadia si è subito chiusa a riccio e non ha piu’ detto nulla continuando invece a parlare con la sua amica. Una volta tornato al tavolo, mentre me ne sto’ seduto a fumare Marlboro rosse e bere coca cola, il mio amico e collega decide di farsi un giro, resto solo e Nadia torna. Si alza dalla sedia e si avvicina lentamente, penso al solito siparietto e decido che forse ho bisogno di un po’ di compagnia e in fondo potrei anche offrirle da bere. Lei invece mi spiazza chiedendomi: “visto che sei rimasto solo posso farti compagnia? Non preoccuparti voglio solo parlare… se ti fa piacere”. Sono in un limbo tutto mio mentre la guardo negli occhi e capisco che qualcosa è accaduto tra noi due, capisco immediatamente che non è il suo corpo ad attrarmi ma la sua solitudine che ha già fatto coppia con la mia. “Siediti, non mi disturbi affatto e mi farebbe piacere parlare con te, bevi qualcosa?” le rispondo incuriosito e tra un’aranciata amara, una coca e molte sigarette lasciamo che a parlare sia la nostra solitudine. Al momento di salutarla mi accorgo che il vuoto che ho dentro si è fatto ancora piu’ profondo e nei due giorni successivi mi ritrovo a pensare a lei ogni momento. Mi butto nel lavoro con una foga che non ricordavo da tempo, torno a casa la sera e faccio appena in tempo a fare una doccia bollente, non mangio dato che non ne sento il bisogno, poi crollo sul letto sperando che l’oblio mi assalga immediatamente ma lei è li ad un passo da me e non riesco, non voglio scacciarla. Ed eccomi qua, sono pronto credo ma cosa mi attende non lo so’. Torno in camera e la trovo nuda sul letto, mi allunga le braccia e dice qualcosa che non sento, la abbraccio dolcemente e la bacio sul collo respirando il suo profumo. Mi abbraccia e mentre il suo corpo aderisce al mio cerca le mie labbra… tutto si scioglie e mentre ogni mia paura svanisce capisco che anche lei prova qualcosa per me. Il mostro si agita furibondo nel baratro della mia anima, il vuoto inizia a colmarsi e tutta la dolcezza che voglio darle e ricevere si consuma nelle parole che ci sussurriamo lei stesa sopra me mentre le accarezzo la schiena; abbiamo due intere vite da raccontarci…


... io continuo imperterrito anche senza alcuna richiesta.

Losh [SM=x629171]
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Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)