00 29/03/2011 21:47
Ho voglia di fumare, sembra passato un secolo dall’ultima sigaretta, ma qui non si puo’ fumare e il mio stomaco lancia sordi borbottii che continuo ad ignorare; se fumassi adesso senza mangiare nulla di sicuro darei di stomaco in pochi minuti. Anche lo stomaco di Nadia comincia a brontolare con una certa insistenza e lei non riesce a trattenere un sorriso che subito dopo diventa una risata che coinvolge entrambi. Le faccio un po’ il solletico per rompere tutta la tensione che si è accumulata e mentre lei ride cercando a sua volta di fare a me la stessa cosa ci troviamo a giocare come due bambini felici. Forse facciamo troppo chiasso e le nostre risate hanno disturbato qualcuno nella camera accanto che inizia a battere sul muro lanciando insulti in una lingua che non conosco, cerco di soffocare le mie risate e Nadia fa la stessa cosa poi mi si avvicina e dice: “non ricordo quanto tempo sia passato dall’ultima volta che mi sono divertita cosi tanto” mi da un rapido bacio sulle labbra e sussurra: “Ho una fame… e ho anche voglia di un caffè talmente forte da tenermi sveglia per una settimana”. Sorrido: “allora propongo di vestirci, prendere la macchina e infilarci nel primo bar che capita per una bella colazione a base di cappuccini e brioches… ad un'unica condizione pero’…” non riesco a finire la frase; conclude lei “… che ci sia una sala fumatori. Ok?”. Detto questo butta le gambe fuori dal letto e prende al volo un asciugamano e mentre seguo le linee morbide del suo corpo la sento dire: “Il bagno per la prossima mezz’ora è mio, accendi la televisione, usa il computer… insomma fa quello che vuoi intanto che mi preparo”. Non ho nemmeno il tempo di replicare che già la porta si sta chiudendo alle sue spalle, non ho voglia di guardare la televisione, esco dal letto e cerco il mio cellulare, ci sono sette chiamate senza risposta del mio socio ed un paio di messaggi sempre suoi. Lo richiamo senza nemmeno leggerli, dopo tre squilli mi risponde: “Ma dove cazzo sei finito? Ti avro’ chiamato almeno dieci volte ma non mi rispondevi, ho pensato ti fosse successo qualcosa e sono persino passato da casa a cercarti…”. Non ho voglia di sentire prediche e tantomeno voglio spiegare cosa sia successo per cui taglio corto: “ Scusami non è successo nulla, avevo tolto la suoneria al cellulare e non ho sentito le tue chiamate; fammi un favore oggi non mi sento molto bene e se non ti spiace non mi faccio vedere in giro, devo avere un po’ di influenza e se ti arrangi me ne resto a letto”. Mi sembra quasi di vederlo sorridere quando mi risponde: “… e come si chiama la tua influenza? No, no! Lascia perdere… ok non ci sono problemi pero’ tieni il telefono accesso nel caso avessi bisogno… o se la tua influenza peggiorasse e tu avessi bisogno di un amico che ti porta le medicine..”. Tocca a me sorridere e rispondere: “preferisco morire che avere una suocera come te per casa, comunque grazie, ciao”. Chiudo la comunicazione senza dargli modo di replicare poi riattivo la suoneria del telefono e lo metto nella tasca dei pantaloni, ho finalmente capito che ore sono, quasi le nove, ma in questo posto è come se fosse l’alba non c’è un rumore che possa disturbare il silenzio, la pioggia stessa sembra essersi fatta ancora piu’ discreta.

Losh [SM=x629171]
_____________________________________________
Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)