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Ivonne

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2004 19:45
13/12/2004 19:49
 
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Route 66
“ Quando tu avrai un cuore, Ivonne”.
Non so quante volte gliel’ho sputato in faccia questa autodistruzione in cinque lettere inframezzate da una pausa breve.
Adesso lo ripeto a bassa voce, masticando i suoni implosi col sapore di Jack Daniel. "Are you the one that I have been waiting for?"
Fuori è un freddo micidiale, di quelli per cui comunque sbagli sempre giacca. C’è poca gente in giro a quest’ora, e quelli dentro come me han tutti il viso che si specchia in un bicchiere.
Sto qui, tuttosommato resto qui. Odiavi l’odore di alcool sulle tue cosce.
“ Quando tu avrai un cuore, Ivonne riconoscerai che in ogni punto di sutura ci sono fili eterogenei, finemente metallici, tanto stretti che ti parrà di scoppiare.” Sere mi porta un altro bicchiere. Quanto è che ci conosciamo? Tante vite: è sempre bella Sere, anche ora a quaranta anni, le sue tette in questo rancido odore della notte risaltano al buio affumicato di tiri troppi corti.
“ Non esagerare, che poi ti scoppia il cuore” dice Sere ridendo.
“ Come ti va?”
” Bene … molto bene.”
“ Matteo e Luca?”
“ A casa, dormivano già quando ho attaccato”.
Quando tu avrai un cuore, Ivonne non sarà proprio tuo. Perché tu prendi brandelli di carne e te li appiccichi addosso. Magari credi di essere la regina di cuori. Senza calcolare il male che ti fai. Si, un bellissimo copridivano di brandelli di carne, non sto parlando di corpo mia cara Ivonne, ma di anima. Ti prendi i brandelli altrui, di quelli che ovviamente meritano, per imbastirci una coperta rammendata. Poi la coperta scoppia perché i pezzi sono insolenti, battono ciascuno quando gli pare, e ti sembrerà allora quasi di impazzire. Sarà un cuore certo a forma di revolver. Credendo di averlo tra le mani, ti sfiorerai invece la nuca. Per un brivido. Anche.
Sere aveva bisogno di questo lavoro. E’ rimasta incinta di Gianni quattro anni fa, due gemelli, diversi. Poco dopo le cose non sono migliorate. La loro storia non aveva progetti, ma i figli son più di un progetto. Sere ha visto le botte, le ha sentite, ha creduto per un po’ che fosse l’unico modo con cui un uomo la poteva toccare. Botte sul muro, lividi sulla pelle, botte fra le parole. E Sere silenziosa, per non svegliare i bambini.
“ Sei triste. Che hai?”
“ Niente, tu invece…Sei bellissima Sere, che hai?”
Quando tu avrai un cuore, Ivonne comprenderai che l’amore è uno solo ma di tanti tipi. Sono patetico col mio incipit? Si. Perché tu un cuore ce l’hai Ivonne, ed io lo so bene. Te ne ho mangiato un pezzetto, lì sotto al tuo neo nero. E ogni tanto mi sembra di morderlo ancora. Però ti dimentichi di averlo. Credi di essere una replicante, con batterie esaurite e allora lo metti via, come un abito inadatto e passato. Poi arriva il terremoto, e lo rindossi. Fa male Ivonne, fa male al suo motore questo sbatterlo sugli scaffali con la tua poca non curanza. Guardalo, piange. Ma non ti ami, e allora come puoi sentirlo?Ti prego, dagli il mio nome. Se puoi. Mi fai sentire tutto di te, tutto l’amore che hai in ogni tuo millimetro. Per questo dagli il mio nome.
Sere ha fatto tutto da sola all’inizio. Ha detto basta. E lui ha capito, lentamente. Sono separati tra 4 mura, ognuno sta su un piano. Perché chi deve soffra di meno. Mi ha chiesto aiuto, voleva lavorare e mi son ricordato di questo bancone. Adesso è più bella, da un paio di mesi. Accendo un sigaro, l’ultimo Havana. Per mesi Sere non si colorava più i capelli, erano bianchi alle radici, e i suoi occhi neri spenti. Vestiti da stirare, sempre gli stessi. Non era più una donna, ma un’ombra.
“ Devo dirti una cosa…”
“ Si…”
“ Ho iniziato a frequentare una persona…non è niente di importante per ora…”
“ Ma è bellissimo!!! Te lo meriti!!!”
“ Parla piano…shhhh” Mi tira la giacca “ Non lo sa nessuno ma avevo proprio bisogno di dirlo.”
“ Sono felice per te…”
“ Sai ancora è tutto da definire, è un mio vecchio amico, ci vado piano…i bimbi…”
Quando ricorderai di avere un cuore, Ivonne, ricordati io lo amo più della mia stessa vita e che il tuo modo di amarmi, di essere è la mia stessa vita, ricordati che non sarà importante averlo fatto rotolare andata e ritorno sulla Route 66 ormai in sfacelo, né in quanti aeroporti si è fermato per sentirlo battere e che sei speciale, anche se non lo credi. Perché non sei più forte ? Perché non guardi le cose senza poi starci male? Difendilo il tuo cuore, Ivonne. Difendilo. Senza smettere di sentire.
“ E’ bellissimo Sere….Bellissimo.”.
“ Si…poi vedremo…” Sorride e sparisce nel fumo. Cave: “ Into my arms “
L’ultima saracinesca si abbassa. Sere mi ha emozionato. Le cose accadono. Il mio cuore mi ha tradito spesso. Non parlo di sentimenti. Parlo di patologia. Ho visto la morte e son tornato. Ho visto da vicino cosa non è la vita. A 20 anni e certo non si dimentica, ci si scorda cosa vuol dire vivere e al tempo stesso si desidera di più. L’ultimo controllo non era per niente lieto. Si sta rompendo di nuovo, proprio lì nel mezzo, ma tu non lo sai. Attraverso la strada. Un’auto mi sfanala. E’ ferma e appannata. Scendi. Insisti a metterti le gonne nel mezzo della notte, poi prendi freddo e perdi la voce. Mi vieni incontro. Ti fermi davanti a me. Ora sentirai che ho bevuto. Ti alzi sulle punte, mi stringi le mani, le tue dita freddissime tradite dall’emozione, sento la tua bocca cedere sulla mia. Allora ti stringo forte, e mi sento più sicuro, mi confondo nel tuo odore, niente è una frontiera. Sento stelle negli occhi e profumi dentro. Tu lo tieni insieme, il mio cuore.
Quando sentirò il mio cuore affaticarsi, Ivonne, sentirò una fitta tremenda. Eppure non avrò paura. Io lo vedo il mio cuore, è una sola carne con te e tu lo sai meglio di me. E questo alla fine è che ci lascia senza parole eppure bisognosi ancora di sentirla questa vita scoppiarci nelle vene?
Sere poco distante si allontana nella notte, passi leggeri, pensieri come musiche cantano sui suoi ritmi. E’ possibile.
Torniamo a casa Ivonne, ho voglia di dormirti sul cuore, di guardarti, di morderti, di viverti. Mi sfiori con le labbra l’orecchio per dirmi solo “ Amore “ e non è poco. “ Yes, you are.”
Ora sento di due un battito solo, siamo noi, non solo tu, non solo io, siamo io e te, mia Ivonne. Mia.
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La vera autenticità non sta nell'essere come si è ma riuscire ad assomigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi. (P.Almodovar)
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