Noi e la morale

Ha senso, al giorno d'oggi parlare di moralità? O meglio, di immoralità?

I tempi sono talmente cambiati, che è difficile sentir dire che qualche atto sia "immorale".

Cosa significa per noi questa parola? Se significa ancora qualcosa, ovviamente...

Facevo un ragionamento con un'amica, stamane.

Immaginiamo il mondo senza religione organizzata.
Insomma, una società senza religione.

Mai stato Cristo, Budda, nessuno.
Insomma, so che è difficile pensarci, ma proviamo per un attimo a immaginare un mondo senza NESSUNA forma di religione rivelata o organizzata.
Solo l'uomo, la natura, la vita.

Avrebbe l'uomo, nella sua intima natura, un senso morale?
C'è qualcosa che gli direbbe, ad esempio, di non avere rapporti sessuali coi propri genitori, una voce interna che gli dà delle direttive?

Dei limiti innati, insiti in lui che lo guidano?

Altro ragionamento che ho fatto...e che vorrei fare con voi.
Non temete che l'abbattimento delle barriere morali, proprio del nostro tempo, non porti in realtà ad un "ritorno" a certe rigidità?

So che sto toccando vari temi, ma mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate

Se vi va, ovvio.
Grazie.

Dire che qualcosa è giusto o sbagliato è già di per sé assumere una posizione moralistica.
La cosa auspicabile è che ognuno con le proprie convinzioni, morali e sistemi di pensiero giudichi utilizzandole come parametro unicamente se stesso e chi condivide le sue stesse convinzioni, morali e sistemi di pensiero.
Non c'è nulla di assoluto, ogni convinzione e comportamento è da rispettare ed è legittimo finché non diventa una prevaricazione a carico di altre persone.

Morale? Parlare di morale è come parlare dell'esistenza di qualcosa che vagamente possiamo sentire come vera. Cioè..
Possiamo sentire di ritenere morale qualcosa perchè lo percepiamo internamente, perchè è nostro, fa parte di noi.. è come se fosse parte di noi.. una cosa sola con noi.
Ma.. c'è un piccolo problema, e come diceva il buon vecchio Nietzsche, la morale non è altro che un risultato della finzione umana che con gli anni si è accumulata, e che quando decidiamo anche su una minima cosa, lo facciamo passando su terreni calpestati da altri e altri e altri uomini.
E qui.. entra in campo anche la Religione, che a me piace chiamare Fede.
Che cosa fa la religione? Da quand'è che l'uomo mise piede su questa terra ebbe Paura, non solo dell'esterno, ma soprattutto di se stesso, e dovette darsi un Limite, che poi divenne Legge.
La Fede è un'altra cosa. E' ciò che vive Lontano, e senti vicino. Nei momenti più lucidi, quando la ragione perde se stessa, e sei solo con tutto il Creato, si può sentire una Mano, anche se immaginaria.. ma poetica.. quasi reale, ma non di questa Realtà, a volte orribile, ma di un'altra dimensione.. che non conosciamo veramente.
La Morale nel momento in cui la analizziamo scientificamente è Nulla, è Somma. E' Vana quanto l'essere umano. Perchè non esiste, se non quando la sentiamo, e "fingiamo" che sia vera, ed è un obbligo che noi diamo a noi stessi.
Io sono diviso tra Darwin e Pascal.
Tra Hume e Schopenhauer.
E vorrei sentire tutta la semplicità tragica di una Emily Dickinson.
Viveva in una situazione in cui Dio era presente, in lei stessa.
Di conseguenza tutto il Resto.

(La risposta precedente è in Bianco, ho sbagliato premendo subito :). Sarà che è quella la Morale)

una riflessione l'ultima degna dei 5 minuti che ho speso per leggerla!...scherzo...ottima riflessione!cmq volevo dirvi che secondo me la morale nasce come offuscamento dell'istinto animale dell'uomo...quell'istinto che non ti permetterebbe mai di accoppiarti coi tuoi genitori (cosa buona-morale comune) ma che ti porterebbe ad ammazzare strangolandolo il primo che ci prova con la tua donna (cosa cattiva o almeno esagerata nella morale comune)...beh tirate voi le somme...non ci riuscirete...ah ah ah ah

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Scritto da: enzosann 30/03/2006 22.15
una riflessione l'ultima degna dei 5 minuti che ho speso per leggerla!...scherzo...ottima riflessione!cmq volevo dirvi che secondo me la morale nasce come offuscamento dell'istinto animale dell'uomo...quell'istinto che non ti permetterebbe mai di accoppiarti coi tuoi genitori (cosa buona-morale comune) ma che ti porterebbe ad ammazzare strangolandolo il primo che ci prova con la tua donna (cosa cattiva o almeno esagerata nella morale comune)...beh tirate voi le somme...non ci riuscirete...ah ah ah ah

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Keko

IO credo che la morale rappresenti il limite del'esistenza umana nei contatti con i simili e per questo di natura sociale.
Dico limite perchè elementi come l'originalità, la personalità stessa vengono filtrati dalla morale che ne fa uscire la parte sbagliata, quella che ci permette di farci accettare. Io credo che oggi giorno il rispetto per le persone è qualcosa di meschino
perchè privo di spontaneità, solo una macchia di dovere che ci spetta e che forse noi nemmeno conosciamo. La morale ci fa paura. Ci fa paura una cosa che noi stessi(UMANI) abbiamo creato. Riusciamo a pensare senza? Non credo. Siamo così illusi di seguire binari giusti che nemmeno ci poniamo l'esistenza di altri numerosi binari. Che cos'è questa immoralità? Per niente è un solo un pensiero che va oltre il senso morale. Io ritengo i sentimenti al di là di ogni morale. Anzi è la morale stessa che da vita alla discordia, all'odio. Perchè si riserva soltanto l'interesse di non oltrepassare. L'oltrepassare un limite che perde acqua da tutte le parti. Non vi è solidità e soprattutto certezza nella morale. Ritornando ai sentimenti, credo provare stati d'animo forti verso una persona, un gruppo di persona, il mondo intero darebbe un maggiore equilibrio a tutto. Qualcuno potrebbe dire, questa non è nient'altro che un'altra morale. Può essere, ma con mille sfaccettature e mille modi diversi di vedere le cose, danno vita a più idee a più strade a più spazi a più vita.

Tu dici, uber...(scusa se lo accorcio) che la morale l'abbiamo creata noi uomini.

Non credi dunque che sia "insita" in noi?



Volevo chiedere agli stilisti se potevano smettere di fare le scarpe a punta: siamo stanche di temperarci gli alluci!

Non c'è alcuna regola insita in noi. L'essere umano, decontestualizzato e avulso dalla società, resterebbe inesorabilmente tabula rasa. Personalmente non credo a nessun valore innato, a nessun soffio divino, a nessun imprinting precostituito, a nessun marchio di fabbrica. E tuttavia non siamo figli ni nessuno. Siamo figli dell'evoluzione, della storia e delle circostanze. Ciò che oggi è immorale per noi, potrebbe essere (e spesso lo è stato) moralissimo e lodevole in altri tempi, in altri luoghi, in altre civiltà. Questo significa negare ogni valore alla morale, che poi altro non è che un codice di comportamento? Ma neanche per idea. Esiste senza dubbio una morale valida hic et nunc, un qualcosa di largamente se non universalmente condiviso, da cui non si può prescindere, sia che ci sentiamo con esso in perfetta sintonia, sia che ne avvertiamo i limiti e i difetti e che intendiamo, per questo, discuterlo, combatterlo e superarlo. E tuttavia, in qualunque posizione ci poniamo di fronte a questo corpus dai contorni forse un po' fluidi, ma terribilmente reale e possente, è con esso che dobbiamo fare i conti. La morale oggi dominante o prevalente ci lascia qualche libertà di movimento rispetto alla sua corrente principale, quella in cui si accentrano i valori più generalmente accettati... Ma, intendiamoci, non più di tanto. Tuttavia, poichè siamo uomini e ci troviamo a vivere in questo punto preciso della storia, e non altrove, è nostro dovere cercare una risposta alle domande del nostro tempo, assumere una posizione rispetto ai problemi, sapendo che le scelte che facciamo, sono fondamentali per il nostro equilibrio e la nostra felicità...
Senza pretendere che le nostre faticose conquiste personali assumano un valore universale, ma rimanendo perfettamente consapevoli tanto della loro contingenza, quanto della loro necessità.

Pio

La Morale non esiste. Una morale esiste, invece.
Ciò che l'uomo crea e sente come suo è frutto solo di Evoluzione e di Temporalità, perchè noi siamo frutto dei semi dei secoli passati, cosi come noi lo saremo per il futuro.
La morale nasce dalla Paura di se stessi, e poi di conseguenza diviene legge in una comunità dove il Singolo ha una sua, propria, anima. Il problema è che questo singolo, denotando che nel suo angolo vivono esseri simili a lui e con le sue stesse potenzialità, con i suoi stessi timori, afferra l'esigenza di regole, non solo esterne, ma soprattutto interne.
Per la convivenza con se stessi c'è la Coscienza, per quella con gli altri, l'imposizione.
L'uomo, consapevole dell'uguaglianza, è altrettanto conscio della diversità sostanziale che c'è tra lui e i suoi simili, delle infinite reazioni che ognuno può avere nelle svariate situazioni che possono accadere durante una vita.
La discussione s'incentra anche sul problema del Diritto. Esiste un diritto naturale? Qualcosa di innato, al di là della Legge? Un problema insolubile, che tento di spiegare solo col mio sentire, con ciò che avverto riflettendo e puntando l'occhio dentro me stesso, e fuori quando serve.
La scienza e la razionalità mi dicone che nulla è vero se non come graduale evoluzione dell'essere umano.
La Poesia, se vogliamo, mi dice che qualcosa "deve" esistere al di là del numero che noi siamo.

"Due cose riempiono il mio animo di gioia e ammirazione: il cielo sopra di me, e la legge morale in me" Kant

C'è una legge morale in me?