Auguri soprattutto a loro
Nello Yemen una bambina di 13 anni lavora come venditrice ambulante circa 10 ore al giorno, sette giorni alla settimana. Inoltre, prima di uscire la mattina e dopo essere rientrata aiuta la madre nei lavori domestici. Dice di avere sempre dolori dovuti al lavoro e di essere stata malata e infortunata nell'ultimo anno.
(Fonte: Working Children in Yemen -- Who Are They? Ufficio per le attività dei lavoratori, BIT, Ginevra)
In Pakistan, i fratelli Mohen e Nihal lavorano al telaio per tappeti da quando avevano rispettivamente quattro e cinque anni, per consentire alla famiglia di soddisfare i propri bisogni essenziali. "Rischiamo di tagliarci le dita e passiamo giornate intere a lavorare. Spesso due giorni in una stessa settimana dobbiamo lavorare tutto il giorno e la notte. Mohen è sempre depresso e distrutto dalla fatica a causa delle molte ore di lavoro e cerca di scappare. Allora il capo tessitore gli sta addosso e non lo lascia muovere per tre o quattro giorni."
In molti Paesi del Golfo, dove le corse di cammelli sono uno sport tradizionale, bambini anche di 6 anni vengono obbligati o indotti con l'inganno a fare i fantini di cammelli. Il rischio di farsi male e di morire è altissimo. Nel Quatar, Ahmed è un beduino "custode" dei ragazzini, ed è stato egli stesso un fantino di cammelli. "Il sanguinamento dovuto alla costante pressione sul sedere e lo schiacciamento dei genitali è comune ed indescrivibilmente doloroso. La maggior parte dei fantini diventa impotente a causa dell'attrito e non esiste nessuna cura medica."
(Fonte: R Ravi Kumar, Gulf Times)
A Bangkok, Jook, di 10 anni, spesso salta la scuola per andare al fiume con gli amici a catturare le tartarughe. Una volta catturate, le porta al mercato per venderle. Di solito lavora un paio d'ore al giorno e guadagna meno di 50 centesimi di dollaro. Dice: "Non è difficile, ma qualche volta mi ferisco i piedi sui chiodi del molo o sto male a causa dell'acqua che è molto inquinata". Jook fa questo lavoro per mantenere la madre che è sieropositiva e non può lavorare perché non sta bene.
(Fonte: Good work, Bad Work, Tough Choices, Matt Scott, World Vision 2000)