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LEONARDO.....

Ultimo Aggiornamento: 05/07/2006 22:40
30/05/2006 13:20
 
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La Vergine delle Rocce


Il 25 Aprile 1483 Leonardo e due pittori milanesi, i fratelli Ambrogio ed Evangelista de' Predis, perfezionarono un contratto con la Confraternita dell'Immacolata Concezione di Milano per l'esecuzione di un dipinto che completasse l'ancona (un altare di legno scolpito che propone dei vasi per l'inserimento dei dipinti) dell'altare del sodalizio della cappella della Confraternita in San Francesco Grande a Milano.
Il contratto prevedeva una vergine col bambino al centro e due tele con angeli musicanti ai lati. La rappresentazione esprime il dogma del concepimento di Maria senza il peccato.
È l’inizio di una lunga e tormentata vicenda fatta di vertenze giudiziarie, stime contestate e appelli al duca di Milano, Ludovico Sforza, che si concluderà con la consegna da parte dell’unico De Predis rimasto in vita, Ambrogio, di due angeli musicanti (uno con un violino e un altro con un liuto), mentre Leonardo - dopo aver dipinto una prima versione, quella del Louvre a Parigi - assolverà l’impegno preso con la Confraternita consegnando una seconda versione dello scomparto centrale raffigurante la Vergine delle rocce, quella della National Gallery di Londra.

I veri motivi per cui ve ne siano tre versioni non li conosce nessuno, anche se la Vergine delle Rocce è l'opera di Leonardo più documentata in assoluto. Alla luce degli indizi rimasti si è propensi a credere che i motivi siano in primo luogo di ordine religioso ed il secondo luogo finanziario.
Nacque una disputa tra i pittori e la Confraternita forse derivante dal fatto che i religiosi si aspettavano una vergine sul trono, col bambino e due profeti, mentre l'opera propone evidentemente ben altra cosa; inoltre ben pochi malumori avrà suscitato la centralità di S. Giovannino (protettore di Firenze), il dito dell'angelo che lo indica a discapito della centralità del bambino.
Quello finanziario deriva dalla richiesta dei pittori di un conguaglio o della restituzione dell'opera ("dicta Nostra Dona facta ad olio").


La prima versione, 1483/85 (quella di Parigi per capirci) probabilmente, quindi, fu venduta ad altro acquirente, forse Ludovico Sforza. - Secondo Jack Wassermann (professore alla Temple University di Philadelphia ed esperto di studi leonardeschi) la motivazione all'acquisto che suffraga questa ipotesi va cercata nei magici poteri che vennero attribuiti a quest'opera che venne invocata in aiuto e protezione contro la peste del 1485. Sforza avrebbe quindi acquistato l'opera anche per i suoi presunti poteri magici. Il re di Francia, Luigi XII, gli avrebbe quindi confiscato la preziosa tela quando sconfisse Ludovico Sforza nel 1499 portandosela con sé, in Francia, dove esiste memoria che Cassiano del Pozzo la vide nel 1625 a Fontainbleau. -
La seconda versione 1486/90-1506/8 (quella di Londra per capirci) iniziata probabilmente alla vendita della prima, subì un arresto dei lavori di ben sedici anni, dal 1490 al 1516, anno in cui agli artisti (nel frattempo uno dei fratelli, Evangelista, era morto nel 1490 circa) venne concesso un accordo dalla Confraternita che prevedeva un conguaglio di 200 Lire, invece delle 400 da loro richieste, a fronte della consegna dell'opera entro due anni. Il versamento venne fatto nel 1508 anno della presunta consegna della seconda Vergine delle Rocce (Londra) modificata.

E la terza direte voi?
Della terza versione della Vergine delle Rocce, un olio su tavola di cm 150 x 122, si sa ben poco. Gli studi più recenti collocano l'opera negli anni del Cenacolo, tra il 1494 e il 1497 e ne attribuiscono definitivamente la paternità a Leonardo e alla sua bottega (in ordine cronologico, quindi, sarebbe la seconda versione che precede quella che si trova a Londra). Si può essere indotti a pensare che i problemi e le ristrettezza finanziarie di Leonardo e dei suoi colleghi, unita alla richiesta di qualche altro ricco magnate dell'epoca, lo abbia indotto a produrne un'altra versione da rivendere a un privato.
Attualmente appartiene a una collezione privata in Svizzera.

Differenza tra le versioni.




Nella Versione del Louvre, la prima, la Vergine delle Rocce Leonardo perde la sua dolce spensieratezza giovanile per lasciare il posto ad una vera e propria solennità introspettiva.
La rappresentazione di valori spirituali unita a sentimenti di umana tenerezza suggeriscono allo spettatore il vero stato d'animo della Vergine Maria, mentre la luce si adagia sul suo volto come un sottilissimo velo che completa e riflette tenere e riservate emozioni permeate da un'espressione di sognante lontananza.
La foto sotto è quella di Londra.
Qui l'espressione si è fatta più seria mentre il viso della Vergine sembra meno giovane e più appesantito. Da notare i capelli opachi e di un biondo spento, mentre i contorni delle forme sono più netti a causa di un gioco di luci ed ombre forse un po' meccanico. Questo fa pensare che questo volto non sia opera di Leonardo ma di qualcuno della sua bottega.
L'aureola, ora presente e ben visibile, fu sicuramente voluta dalla Confraternita.




Freschezza e fascino in questo viso dell'angelo (a sinistra) che con tutta la sua vivacità e spensieratezza volge lo sguardo alla ricerca del pubblico cercando di catturarne l'attenzione per guidarlo all'interno dell'opera sottolineando la presenza di San Giovannino indicandolo apertamente.
I panneggi delle vesti lo ricoprono interamente a differenza dell'altra versione che mostra sublimi trasparenze.

Nella testa dell'angelo della variante londinese di quest'opera, si può sicuramente rintracciare la mano di Leonardo. Vivacità, sensibilità del tratto e le caratteristiche vibrazioni di luce sui morbidi riccioli sono certamente opera sua.
Esiste uno studio per il volto dell'angelo della Vergine delle Rocce (Torino - Biblioteca Nazionale) che quasi certamente è stato fatto per questa versione.

da supereva.
poi, se qualcuno nota altre differenze....

[SM=g27822]
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