L’ambiente intorno alle figure
Leonardo da Vinci (1452 – 1519) anticipò fra il Quattrocento e il Cinquecento la pittura del XVI secolo, fondandone i caratteri principali. I pittori del Quattrocento avevano uniformato la loro visione della realtà alle regole geometriche della prospettiva lineare. Le migliori illusioni prospettiche, erano date da corpi geometrici, gli artisti preferivano porre le figure in ambienti architettonici.
Leonardo invece, scoprì un altro indice di profondità: l’effetto atmosferico, collocò le figure nel paesaggio o davanti a finestre aperte.Realizzò la prospettiva aerea, cioè l’illusione della profondità ambientale attraverso l’ombra e la luce, un chiaroscuro graduato dal primo agli ultimi piani dell’immagine
Il giovane artista veneto Giorgione da Castelfranco Veneto (1478-1510) accolse pienamente la nuova sensibilità verso il paesaggio e gli spazi aperti introdotta da Leonardo e, come questi , modellò le figure con un chiaroscuro sfumato che smussa ogni durezza di contorno.
Il chiaroscuro di Giorgine è realizzato con le varie gradazioni di tono del colore, che danno profondità al paesaggio e rilievo ai corpi; che fanno rilevare gli alberi su un cielo chiaro, o il colore di una veste su un prato.
Alberi, fiumi, nubi, acque sono per Giorgine importanti quanto la figura; anzi, nel famoso dipinto “La Tempesta”, egli dà molto più spazio al paesaggio, il vero soggetto dell’opera, che alle figure e alla loro storia, di cui si è perso anche il significato allegorico.
Valori cromatici
Il colore è il mezzo con cui Giorgine ha rappresentato la profondità del paesaggio verdeggiante, l’atmosfera carica di elettricità intorno alla luce del lampo, la densità del cielo nuvoloso. Vi è una totale intonazione di colori che unifica l’opera, che è una struttura aperta, in quanto ogni forma non è chiusa da contorni, ma si fonde con la forma vicina.
Kkeko