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Mantegna a PD, VR e MN

Ultimo Aggiornamento: 28/09/2006 19:37
03/08/2006 21:41
 
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gran maestro
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un artista per tre città

Mantegna tra Padova, Verona e Mantova

Per celebrare il quinto centenario della morte di Andrea Mantegna il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha istituito un Comitato Nazionale, composto dai più insigni studiosi del primo Rinascimento italiano, affiancati dagli enti locali interessati, che ha deciso di dar vita ad un evento espositivo inedito per la sua dimensione e per la sua articolazione territoriale. Un’unica grande mostra allestita in ognuna delle città nelle quali la presenza del maestro e delle sue opere è documentata: Padova, nei Musei Civici agli Eremitani, Verona, nel Palazzo della Gran Guardia, e Mantova, in Palazzo Te.

Con una impostazione più ambiziosa rispetto alle iniziative del passato, le opere di Andrea Mantegna verranno presentate a fianco di quelle dei suoi seguaci e di altri maestri, protagonisti insieme a lui del rinnovamento del linguaggio figurativo nel Nord Italia.

Presentazione del progetto

Il Comitato Nazionale per le celebrazioni del quinto centenario della morte di Andrea Mantegna (Isola di Carturo, 1431 c. – Mantova, 1506), istituito dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e composto dai più importanti studiosi del primo Rinascimento italiano, affiancati dai rappresentanti delle Regioni, degli Enti locali e degli altri Enti interessati, celebra il grande artista attraverso una mostra in ognuna delle città nelle quali la presenza del maestro e delle sue opere è documentata:

Padova (sede espositiva Musei Civici agli Eremitani),
Verona (sede espositiva Palazzo della Gran Guardia),
Mantova (sede espositiva Palazzo Te).


Il progetto è l’espressione di una forte collaborazione fra lo Stato italiano e gli Enti locali.

La manifestazione sarà aperta al pubblico dal 16 settembre 2006 al 14 gennaio 2007.
Secondo il taglio metodologico del programma scientifico, nuovo rispetto alle iniziative del passato, l’opera del maestro verrà presentata al fianco di quella di altri grandi artisti, responsabili insieme a lui del rinnovamento del linguaggio figurativo nel Nord Italia, oppure dei suoi numerosissimi seguaci.

Tre momenti espositivi per un unico affascinante viaggio alla scoperta della ricca personalità di Mantegna, partendo da Padova, luogo della sua formazione, passando per Verona dove è conservata una delle sue opere più importanti, che tanto influì sulla cultura figurativa del capoluogo, per arrivare a Mantova, città in cui l’artista trascorse la maggior parte della sua vita fino alla morte.

350 opere complessive, 64 capolavori di Mantegna, 140 musei prestatori, oltre 56 studiosi coinvolti nei comitati scientifici e consultivi, un convegno internazionale di studio, per un evento irripetibile.





Mantegna e Padova 1445 – 1460
Musei Eremitani
In una Padova in pieno fermento artistico e culturale, guidato dalla figura di Donatello - documentato in città fin dal 1444 - Andrea Mantegna diviene presto il massimo esponente dello straordinario processo di rinnovamento del linguaggio figurativo, all’avanguardia in fatto di conoscenze prospettiche e di cultura antiquaria, che farà della città del Santo, fino al 1460 e oltre, uno dei più avanzati centri artistici dell’Umanesimo europeo e il principale snodo di irradiamento della nuova arte rinascimentale nell’Italia del Nord.

Sono anni fondamentali quelli trascorsi da Mantegna a Padova, gli anni della formazione ma soprattutto quelli della grande rivoluzione artistica di cui si farà portatore.
La città era in quegli anni il principale crocevia di grandi personalità artistiche e sede dell’attività di importanti botteghe.

A Padova, infatti, Mantegna ebbe l’opportunità di ammirare i lavori di alcuni “moderni” rappresentanti della cultura fiorentina come Paolo Uccello e Filippo Lippi, di interagire e di operare accanto ad artisti come Squarcione, Zoppo e Schiavone, di confrontarsi con le botteghe veneziane dei Bellini e dei Vivarini e, soprattutto, avrà modo di entrare in contatto con la dirompente arte di Donatello che realizzava nel cantiere della Basilica del Santo alcune tra le opere più strabilianti e sconcertanti del tempo: il Crocefisso, il Monumento equestre al Gattamelata e l’Altare del Santo.

Questo periodo cruciale, caratterizzato da un’intensissima vivacità artistica, sarà al centro della mostra “Mantegna e Padova, 1445-1460”: una mostra fondamentale e imprescindibile per comprendere il vero significato dell’arte del Mantegna, che per la prima volta riunirà le testimonianze superstiti della civiltà figurativa rinnovatasi in senso rinascimentale in quegli anni a Padova. La mostra viene realizzata grazie a generosi prestiti dalle maggiori istituzioni culturali del mondo intero: giungeranno opere da Amsterdam, Berlino, Bucarest, Francoforte, Londra, Monaco, New York, Parigi, Vienna, Washington, Venezia, Milano, Firenze, Napoli.

Dipinti su tela e su tavola, sculture in pietra, terracotta e bronzo, manoscritti, disegni, stampe, codici miniati: opere straordinarie di Donatello, Bellini, Vivarini, Zoppo, Schiavone, Pollaiolo, Squarcione nonché ovviamente di Mantegna, di cui saranno presenti, tra gli altri capolavori, la bellissima Madonna con il bambino addormentato prestito degli Staatliche Museen- Gemldegalerie di Berlino, il San Marco dallo Stäedelsches di Francoforte, mai esposto prima in Italia.

La mostra, allestita eccezionalmente da Mario Botta, grande firma dell’architettura contemporanea, riporterà per la prima volta a Padova opere fondamentali per la ricostruzione delle vicende di Mantegna e degli altri artisti che alla sua figura fecero riferimento, alcune delle quali mai viste in Italia come la preziosa Madonna con il bambino e angeli dello Zoppo, eccezionalmente concessa in prestito dal Louvre di Parigi, la Madonna con il bambino e il cardellino dello Schiavone proveniente da Amsterdam e i preziosi disegni del Mantegna conservati al British Museum di Londra.

Ma un altro evento renderà davvero eccezionale e unica la celebrazione di Mantegna a Padova, consentendo per la prima volta di “rileggere” l’effetto dirompente che ebbe l’arte del maestro nei primi anni della sua attività, riportando in vita il capolavoro assoluto e la sua opera più rivoluzionaria: la Cappella Ovetari. Sarà infatti, possibile ammirare, dopo anni di studi e di indagini, il restauro della Cappella Ovetari - parte integrante del percorso espositivo - con la ricomposizione e la ricollocazione nel luogo d’origine di parte degli affreschi, bombardati e ridotti in frammenti (oltre 70.000) nel corso della Seconda Guerra Mondiale, nonché una ricostruzione virtuale del ciclo pittorico, che rivestiva completamente l’interno della cappella stessa.

Le scoperte eccezionali per i visitatori della mostra patavina non sono finite.
Farà per la prima volta la sua apparizione al pubblico - proprio a Padova in occasione delle celebrazioni mantegnesche - un inedito, La Madonna della Tenerezza, bellissimo dipinto ed ora attribuito a Mantegna da Lionello Puppi. Si tratta di una piccola e preziosissima Madonna con il Bambino su uno sfondo di paesaggio e rovine antiche, geniale nella costruzione, dipinta su un pergamena, con le figure realizzate a penna e inchiostro bruno, con lumeggiature d’oro, e lo sfondo a tempera a colla e oro.

Un’opera straordinaria di collezione privata, che verrebbe ad integrare come autografo il catalogo del maestro patavino. E’ proprio in quest’ottica che a Palazzo Zuckermann - parte del complesso museale civico di Padova, e visitabile con il biglietto della mostra “Mantegna e Padova 1445-1460” - dal 29 settembre 2006 sarà possibile ammirare l’inedito dipinto nell’ambito di un progetto espositivo nuovissimo, per impostazione metodologica, e affascinante per quanti - studiosi e vasto pubblico - vorranno capire il lungo percorso d’indagine storico-documentaria filologica e scientifica che accompagna un’attribuzione di tale importanza.

In una Padova totalmente coinvolta nell’omaggio al suo grande artista e che per l’occasione propone anche numerosi itinerari tematici legati ai tempi del Mantegna, i visitatori avranno infine modo di “curiosare” tra i documenti originali, normalmente celati e custoditi negli archivi della città, inerenti l’attività artistica e la vita privata del maestro. Nella Loggia e Odeo Cornaro dal 29 settembre 2006, la mostra Omaggio ad Andrea Mantegna, curata dall’Archivio di Stato di Padova, si esporranno atti notarili, contratti autografi, testamenti, atti giudiziari ecc. riferibili al pittore patavino, per ricostruire uno spaccato di vita artistica e sociale della città del Santo nel Quattrocento.



Mantegna e le Arti a Verona 1450-1500
Verona, Gran Guardia
A Verona il nucleo della mostra sarà rappresentato dalle due grandi commissioni pittoriche realizzate da Andrea Mantegna per la città: il Trittico di San Zeno del 1456-1459, voluto dall’abate di origine veneziana Gregorio Correr, e la Madonna in gloria fra santi e angeli, nota come Pala Trivulzio, eseguita per gli olivetani di Santa Maria in Organo, del 1497, ora al Castello Sforzesco di Milano, e sulla capacità che esse hanno avuto nel suscitare uno dei periodi più alti della storia artistica veronese, come sottolineò per primo, fin dalla metà del Cinquecento, Giorgio Vasari e poi grandi studiosi dell’età moderna come Bernard Berenson, Rudolph Wittkower.

Punto di partenza ineludibile per gli artisti veronesi del periodo, queste due eccezionali opere rappresentano, idealmente ma anche praticamente, l’inizio e la fine dell’intervallo temporale entro cui si sviluppa l’arte del primo Rinascimento nella città scaligera.
Da questi cardini fondamentali, accostati a disegni preparatori e a calzanti confronti con altri dipinti e incisioni di Andrea, la mostra intende partire per presentare il multiforme mosaico culturale veronese, dal quale emergono personalità di grande interesse: Francesco Benaglio (circa 1432-1492), Francesco Bonsignori (circa 1460-1519), Liberale da Verona (1445- 1526/29), Francesco Dai Libri (circa 1474 – 1555), Girolamo Dai Libri (circa 1452 – prima del 1514), Domenico Morone (circa 1442- dopo il 1518) e i suoi allievi, diventano così protagonisti di un periodo che ha visto Verona rendere omaggio a Mantegna ma guardare con eguale interesse ad altri centri artistici e trovare una propria intensa ed affascinante identità.

Se le influenze di Andrea Mantegna sono infatti innegabili, altrettanto evidenti sono i rapporti tra i veronesi e la cultura di ambito squarcionesco-donatelliano, le aperture a Venezia nel momento in cui era all’apice il confronto Giovanni Bellini - Antonello da Messina e si diffondeva la pittura narrativa di Carpaccio, i legami con Mantova e quindi con la pittura lombarda anche dopo la morte di Mantegna.
Vera e propria ricostruzione di un contesto artistico e culturale nell’arco di cinquant’anni, l’esposizione sarà corredata oltre dalla pittura, da ampie sezioni dedicate al disegno, alla scultura, alla miniatura, all’architettura, alla medaglistica e all’editoria, con codici e incunaboli la cui produzione costituisce una delle avventure più affascinanti del periodo. Essa inoltre sottolineerà le relazioni fondamentali tra pittura e miniatura, con Liberale da Verona e Francesco e Girolamo dai Libri, tra pittura e scultura, con fra Giovanni e Giovanni Zebellana, tra pittura su tela e affresco, con Domenico e Francesco Morone. La critica ha inoltre evidenziato la grande abilità disegnativa di alcuni dei maestri veronesi, in particolare Francesco Bonsignori, da analizzare in stretto confronto con l’intero corpus grafico di Mantegna, che verrà presentato in questa sede.

Un’ampia sezione sarà dedicata alla cultura antiquaria e architettonica veronese stimolata dalla conoscenza dell’opera del grande padovano e delle imponenti testimonianze dell’architettura classica. Saranno presentati significativi elementi architettonici, vicino a importanti rilievi archeologici, provenienti da edifici rinascimentali, modellini lignei appositamente realizzati (in primis la celebre Loggia del Consiglio attribuita tradizionalmente a fra Giocondo, suggestivo fulcro della sezione) e, accanto a questi, una selezione di medaglie coniate da artisti veronesi, dai prototipi di Pisanello ad esemplari di Matteo de’ Pasti, Pomedello e Giovan Francesco Caroto.

Non meno rilevanti, tra le sfaccettature della produzione artistica locale di ispirazione antiquaria, sono la pittura di “cassoni” e l’arte della tarsia lignea, campi di applicazione nei quali i veronesi sono tradizionalmente riconosciuti tra i maggiori specialisti del tempo, rappresentati in mostra da alcuni esemplari di grande impatto estetico. Saranno esposte circa 220 opere provenienti da oltre 100 tra le più prestigiose istituzioni culturali, con prestiti da Amsterdam, Berlino, Boston, Cracovia, Londra, New York, Parigi, Vienna, Washington, Milano, Venezia, Firenze, Roma.

Dopo la mostra su Pisanello del 1996 che ha richiamato l’attenzione del grande pubblico e degli studiosi sulla realtà artistica della città, l’esposizione “Mantegna e le Arti a Verona 1450-1500” si configura come logica prosecuzione di una ricerca critica già iniziata, e l’avvio di un percorso espositivo ricco di spunti per ulteriori eventi culturali.



Mantegna a Mantova 1460 – 1506
Fruttiere, Palazzo Te
Arrivato a Mantova nel 1460, dove rimase fino alla morte avvenuta nel 1506, Mantegna diviene pittore di corte dei Gonzaga, riservando il suo genio, per massima parte, al servizio esclusivo della famiglia. Fu, infatti, Ludovico Gonzaga a richiedere fortemente la presenza del pittore a corte, ove dipinse alcune delle sue opere più celebri che sono andate ad arricchire le collezioni dei più importanti musei italiani e stranieri. Il Mantegna, considerato come un “carissimum familiarem” – secondo la definizione data dallo stesso marchese Ludovico - godeva nella vivacissima corte dei Gonzaga di molto prestigio, non solo grazie alle numerose opere realizzate per gli illustri committenti ma anche per la sua fama di massimo esperto di antichità romane, maturata nel soggiorno padovano dove ebbe modo di stringere amicizia con due dei più importanti “antiquari” dell’epoca, Giovanni Marcanova e Felice Feliciano.

Alle tracce indelebili dell’arte del Mantegna lasciate a Mantova e alla pittura mantovana nel periodo di “interregno” tra la morte del Maestro e l’arrivo, nel 1524, dell’altro grande genio che illuminò la città, Giulio Romano, sarà dedicata la mostra “Mantegna a Mantova 1460 – 1506”, che riporterà nella città lombarda molti dei capolavori del maestro realizzati in quegli anni, alcuni dei quali mai esposti in Italia, ed eccezionalmente concessi per l’occasione dai più importanti musei italiani e stranieri.

Alle numerose opere di Mantegna tra cui ricordiamo, la Madonna con Bambino detta Madonna delle cave dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, i due monocromi Giuditta e Didone del Museum of Fine Arts di Montreal, la Sacra Famiglia con Santa Elisabetta e il Battista bambino dal The Kimbell Art Museum di Fort Worth, La Vestale Tuccia e Sofonisba dalla National Gallery di Londra, i due straordinari dipinti provenienti dal Louvre, Minerva che caccia i vizi e Giudizio di Salomone, si aggiungeranno opere importanti di Lorenzo Costa e di chi ha lavorato nel suo tempo, come Nicolò Solimani, Francesco Bonsignori e il fratello Girolamo, Lorenzo Leonbruno, Bernardino Parentino, Gian Francesco Caroto, Vincenzo Civerchio, Girolamo da Treviso il Giovane, Gian Francesco Tura, Francesco Verla, nomi senz’altro meno conosciuti dal grande pubblico, ma autori di opere tecnicamente eccellenti, cariche di influssi mantegneschi ma al tempo stesso autonome nel loro percorso creativo, prendendo perciò in esame circa sessant’anni della magnifica arte in voga alla corte dei Gonzaga.
La mostra comporta dunque un affascinante percorso di circa sessanta opere che raccontano la vicenda di Andrea Mantegna dal suo arrivo a Mantova sino all’esaurirsi della grande influenza che la sua arte suscitò nei pittori della generazione a lui successiva.

A Mantova il Mantegna entrò in contatto con la dirompente arte del Leon Battista Alberti che sarà protagonista in città con alcuni dei suoi lavori fondamentali: le chiese di Sant’Andrea e di San Sebastiano. Dalla suggestione albertina e dagli studi sui rapporti tra architettura e decorazione dipinta avviati fin dai suoi esordi patavini, a Mantova il maestro realizzò alcuni tra i suoi massimi capolavori, a partire dalla decorazione della Camera Picta detta degli Sposi, affrescata nel Castello di San Giorgio e considerata fin da subito una delle meraviglie di quell’età ed esempio più alto dell’arte del Mantegna, grazie anche all’originalissima idea dello sfondamento illusivo del soffitto.

Proprio al Castello di San Giorgio sarà inoltre possibile visitare la mostra di sculture ordinate da Vittorio Sgarbi con Giancarlo Gentilini dell’Università degli Studi di Perugina, Rodolfo Signorini, dell’Accademia Nazionale Virgiliana e Italo Furlan dell’Università degli Studi di Padova. La mostra permette di illuminare i rapporti tra Mantegna e l’antichità, tra il classicismo di modello romano e il naturalismo di area padana, rappresentato da Niccolò dell’Arca e Guido Mazzoni.
Verrà poi esposta per la prima volta la scultura di S. Eufemia, proveniente dalla Cattedrale di Irsina in Basilicata, attribuita a Mantegna e certamente ispirata alla sua visione classica come si vede anche nella tela di medesimo soggetto del Museo di Capodimonte. Accanto alle sculture alcune medaglie completano il percorso della mostra.
Nel piano nobile del Castello, l’esposizione Rinascimento nel Castello di San Giorgio: Andrea Mantegna e i Gonzaga illustrerà infine i personaggi legati alla Camera Picta, le testimonianze autografe del tegna Mantegna e la Cultura scritta a corte. Saranno esposti infatti vari ritratti dei personaggi effigiati nella celebre opera, l’intero corpus dei documenti autografi del Mantegna e verrà idealmente ricreata la biblioteca dei Gonzaga con alcuni manoscritti di lettura e di culto. La mostra è a cura di Filippo Trevisani, Daniela Ferrari e Giordana Mariani Canova.

L’esposizione “Mantegna a Mantova” proseguirà a Palazzo San Sebastiano dove saranno esposti alcuni dipinti di artisti mantegneschi di primo piano, dal Bonsignori a Antonio da Pavia, e pregevoli copie dei trionfi di Cesare dal Mantegna di inizio Seicento che fanno parte delle collezioni permanenti del Museo della Città e nella Basilica di Sant’Andrea, dove si potranno ammirare altri due dipinti del sommo maestro, il Battesimo di Cristo e La Sacra Famiglia e la famiglia del Battista.
Inoltre Palazzo San Sebastiano ospiterà la mostra “Placchette e rilevi in bronzo dell’età di Mantegna”.

Durante il soggiorno mantovano il Mantegna divenne pittore di fama sovranazionale, celebrato ed ammirato dai contemporanei, e lasciò a Mantova con il suo stile rivoluzionario una traccia indelebile - anche grazie al fondamentale ciclo dei Trionfi, oggi ad Hampton Court, di cui a Mantova sarà possibile ammirare una splendida copia seicentesca conservata presso il Museo della Città di Palazzo San Sebastiano – nonostante l’arrivo, sul finire dalla sua vita, di Isabella d’Este a corte, che orientò i suoi interessi artistici verso nuovi talenti.

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la classica occasione da nn perdere

[Modificato da chicom 27/09/2006 23.19]

03/08/2006 22:43
 
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lo sò, lo sò
e questa volta cascasse il mondo arriverò
[SM=x629174] [SM=x629180]
04/08/2006 00:50
 
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imbrattatele
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Ho avuto la fortuna di poter visitare, quando c'è stata la grande mostra della raccolta dei gonzaga a palazzo tè, le stanze chiuse al pubblico, fra le quali allora c'era la mitica stanza degli sposi.

Un'esperienza unica, accentuata dal fatto che il palazzo, senza la folla di turisti e di amanti d'arte, ritorna ad essere godibile come era stato progettato dagli artisti che l'hanno costruito e decorato.

Andateci, lo raccomando caldamente, anche per visitare una città, Mantova, che è poco considerata ed invece è straordinariamente ricca dal punto di vista artistico.
E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi' importante
04/08/2006 13:38
 
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Richiesta al GRANDE CAPO.................MUOVITIe organizza almeno questo eccheccapperi!!!!!!!!!!!!!!!
non ci vuole uno studio particolare ufffffffffff
sai cosa ti aspetta se nò [SM=x629172]
04/08/2006 23:29
 
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gran maestro
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girovagando per il forum troverete di tutto sul prossimo incontro di Art su Andrea Mantegna

ciao ciao

21/08/2006 10:58
 
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apprendista
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Direi evento da non perdere assolutamente, non capita spesso di avere un così vasto range di opere dedicate ad un artista, con in aggiunta la possibilità di ammirarle laddove sono state create.

Evento davvero unico, dove Mantova, Padova e Verona sono le città designate a celebrare il 5° centenario della scomparsa del noto artista Andrea Mantegna (1431-1506).

Ricordiamoci che per questa occasione, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha appositamente istituito un Comitato Nazionale, presieduto dal Vittorio Sgarbi, di cui fanno parte i più insigni studiosi del Rinascimento italiano.

Dal 16 settembre 2006 al 14 gennaio 2007, il progetto espositivo “Andrea Mantegna 1506-2006? sarà allestito contemporaneamente, come già ampiamente posto in risalto su post vari precedenti, presso le Fruttiere di Palazzo Te (Mantova), il Museo Civico agli Eremitani (Padova) ed il Palazzo della Gran Guardia (Verona).

La mostra più significativa è indubbiamente la prima, intitolata “Andrea Mantegna a Mantova 1460-1506?: l’artista, infatti, trascorse qui ben 46 anni, lavorando presso al corte dei Gonzaga, anche se non disdegnò incarichi a Roma (per esempio, dipinse nella villa del Belvedere del papa Innocenzo VIII) o, comunque, per altri committenti.
Il maggior capolavoro di questo periodo è sicuramente la ‘Camera Picta’ (camera dipinta) di Palazzo Ducale, detta anche ‘Camera degli Sposi’, nonostante si trattasse di una semplice sala di rappresentanza.

L’intento è mostrare i segni artistici che il Mantegna lasciò in questa città, assieme alle opere del Perugino, di Lorenzo Leombruno, di Gian Francesco Tura e di Lorenzo Costa, mai esposte finora in Italia, ma parte integrante del patrimonio artistico locale. Anche se molti lavori non potranno essere trasportati per le cattive condizioni di conservazione, tra quelli già ufficialmente autorizzati ci saranno la ‘Madonna con Bambino’ ed il ‘Redentore’.

Nella seconda sede, che ospiterà “Andrea Mantegna e le arti a Verona 1450-1500? , si potranno ammirare il ‘Trittico di san Zeno’ del 1456-1459 e la ‘Madonna in gloria fra santi e angeli’, due ‘rappresentanti d’eccezione’ dell’inizio e della fine del primo Rinascimento a Verona e dell’innovazione che il Mantegna portò in questa città. Non mancheranno le opere di Francesco Benaglio, Francesco Bonsignori, Domenico Morone e Liberale da Verona, oltre a sezioni dedicate al disegno, alla scultura, all’editoria, alla numismatica, all’architettura ed alla miniatura.

Il Museo Civico agli Eremitani , infine, presenterà i primi lavori, realizzati fra il 1445 ed il 1460, con Donatello, Jacopo Bellini, Giovanni d’Alemagna, Antonio Vivarini ed altri, viaggiando attraverso il fermento artistico della città che, in questi anni, divenne il simbolo della rinnovamento, da un punto di vista rinascimentale, dell’espressione artistica.

25/09/2006 20:46
 
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"QUELLO" CHE MI E' RIMASTO "NELL'ANIMA" PIU' DI OGNI ALTRO QUADRO CHE HO VISTO

25/09/2006 21:17
 
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CRISTO MORTO (1480)

L'opera rappresenta il corpo di Cristo morto disteso sulla cosiddetta "pietra d'unzione",semicoperto dal sudario.La testa è appoggiata su un cuscino e sul fondo della lastra di pietra di scorge il vaso degli unguenti.A sinistra,audacemente tagliate,stanno le figure dolenti di san Giovanni e della Vergine.Dietro di loro lo scorcio di un altro volto,forse della Maddalena.La scena è illuminata da destra.
27/09/2006 23:20
 
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il mio preferito della mostra



minerva caccia i vizi dal giardino delle virtù

28/09/2006 19:33
 
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Io metto le foto il capo penserà a commentare!!





28/09/2006 19:37
 
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OOOOOOPSSSSSS UN CHICOM E' PASSATO DI Là?!?!?





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