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Sigismondo Malatesta e la corte dell’eccesso

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2006 12:51
04/09/2006 12:50
 
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Nato nel 1417, appartenente alla famiglia romagnola dei Malatesta, già nei primi anni della sua signoria partecipò con successo ad imprese guerresche in diverse parti d’Italia, sia al servizio della Chiesa, che come condottiero dei Fiorentini e dei Veneziani.
Vissuto per cinquantuno anni, profondamente influenzato dai Medici, ma nemico dei Montefeltro, diede lustro alla corte di Rimini, ricercando nel convivio quelle eccellenze che realizzò nel campo delle arti con artisti come Leon Battista Alberti (autore del famoso tempio) o Piero della Francesca.
La fama dei Malatesta, una delle famiglie più importanti d’Italia tra Medioevo e Rinascimento, protagonista anche di sanguinose lotte per il controllo delle saline di Cervia, fu legata ad abusi ed eccessi in ogni periodo della sua storia. Ne troviamo testimonianza sia nelle cronache del ‘200, quando usavano i banchetti come pretesto per compiere atroci delitti politici, sia nella scomunica di Sigismondo, bollato per crapule, ubriachezza e gozzoviglie in tempi di digiuno, da parte di papa Pio II (Natale 1460).
La corte di Rimini, che governò su tutta la Romagna per più di trecento anni, grazie alla sua posizione geografica riceveva cibi pregiati sia dalla terra che dal mare.
Il porto, nodo di traffici commerciali con l’Adriatico e l’Oriente, offriva gli alimenti più esotici, mentre le fattorie e l’estesa area boschiva dell’entroterra, garantivano carni d’allevamento e selvaggina.
04/09/2006 12:51
 
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Cappelletti alla cortigiana de’ Malatesta
Ingredienti
Formaggio tenero - formaggio stagionato - ventresca di maiale - petto di cappone – uova – spezie – zenzero – pepe - sale - pasta tirata ben sottile
Preparazione
Lessare le carni e tritarla finemente; aggiungere i formaggi, le uova, le spezie, poco zenzero, pepe, sale ed amalgamare bene l’impasto.
Tagliare dei dischi di pasta sottili e chiudervi il composto in modo che ogni cappelletto non risulti più grande di mezza castagna.
Cuocere i cappelletti in brodo di cappone, reso giallo con l’aggiunta di zafferano, e servire la portata cosparsa di spezie dolci e formaggio grattugiato.
All’epoca dei Malatesta, questo tipo di pasta ripiena si faceva anche con carne di petto di piccione, fagiano e altri volatili.

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