Nato nel 1417, appartenente alla famiglia romagnola dei Malatesta, già nei primi anni della sua signoria partecipò con successo ad imprese guerresche in diverse parti d’Italia, sia al servizio della Chiesa, che come condottiero dei Fiorentini e dei Veneziani.
Vissuto per cinquantuno anni, profondamente influenzato dai Medici, ma nemico dei Montefeltro, diede lustro alla corte di Rimini, ricercando nel convivio quelle eccellenze che realizzò nel campo delle arti con artisti come Leon Battista Alberti (autore del famoso tempio) o Piero della Francesca.
La fama dei Malatesta, una delle famiglie più importanti d’Italia tra Medioevo e Rinascimento, protagonista anche di sanguinose lotte per il controllo delle saline di Cervia, fu legata ad abusi ed eccessi in ogni periodo della sua storia. Ne troviamo testimonianza sia nelle cronache del ‘200, quando usavano i banchetti come pretesto per compiere atroci delitti politici, sia nella scomunica di Sigismondo, bollato per crapule, ubriachezza e gozzoviglie in tempi di digiuno, da parte di papa Pio II (Natale 1460).
La corte di Rimini, che governò su tutta la Romagna per più di trecento anni, grazie alla sua posizione geografica riceveva cibi pregiati sia dalla terra che dal mare.
Il porto, nodo di traffici commerciali con l’Adriatico e l’Oriente, offriva gli alimenti più esotici, mentre le fattorie e l’estesa area boschiva dell’entroterra, garantivano carni d’allevamento e selvaggina.