piccola guida semiseria alla dispensa estiva
Quanti alimenti persi nel frigo
Le tecniche di conservazione non vanno sottovalutate: trascurare le norme igieniche può portare a seri rischi per la salute
La gestione del frigorifero di casa, specialmente nei mesi estivi, è un impegno che richiede attitudine manageriale: pianificazione degli acquisti, stoccaggio adeguato dei beni, rispetto delle scadenze e capacità di prendere decisioni rapide. Per non parlare di quel tocco di buon senso e improvvisazione che, al di là delle regole, riesce spesso a salvare la situazione. Figuriamoci se un compito così delicato viene affidato alle mani inesperte di figli adolescenti lasciati soli in casa o mariti temporaneamente abbandonati a se stessi. Può avvenire il disastro. Un magazine americano, ShopSmart, è andato a fondo alla questione e si è occupato di valutare scientificamente i rischi che si possono correre mangiando cibo avariato e le precauzioni d'uso indispensabili.
CONFEZIONI APERTE - Il tranello più subdolo - in cui immancabilmente cade il novellino in cucina - è quello di fidarsi delle date di scadenza impresse sulle confezioni. Si riferiscono infatti sempre e soltanto al «prodotto conservato integro e correttamente conservato», ovvero nell'imballaggio sigillato e alla temperatura consigliata. Ma non tutti gli alimenti si consumano in una volta sola: dal momento in cui riponiamo in frigo una confezione aperta - che sia un barattolo di maionese o una macedonia - non c'è più etichetta che ci possa venire incontro: muffa e tossine sono in agguato. Infatti, se è vero che alcuni prodotti riportano anche la durata dopo l'apertura - per esempio il classici due o tre giorni per i succhi di frutta e spremute - è anche vero che in genere ci si dimentica quando sono stati aperti. I più precisi potranno segnare su un pezzetto di nastro adesivo la data di apertura del prodotto, ma per chi non riuscisse ad arrivare a queste finezze, si può sempre tenere a mente una serie di consigli pratici sui cibi più a rischio, come per esempio quelli elencati da Cbs News .
OMOGENEIZZATI - Quando si maneggia cibo per bambini, la prudenza è ancora più importante: i vasetti di omogeneizzati aperti si conservano al massimo 3 giorni. Bisogna stare attenti però - ed è una regola universale - che se si mangiano direttamente dal vasetto, vengono contaminati dalla saliva che rimane sul cucchiaino, e il processo di moltiplicazione dei batteri si accelera. Se un prodotto non viene consumato interamente è sempre bene non mangiare mai dalla confezione, ma prelevare il cibo con stoviglie pulite e riporla ben chiusa.
SALSA DI POMODORO - Nei confronti della passata di pomodoro o dei pelati, gli usi consolidati dalla tradizione familiare sono i più diversi: c'è chi la conserva per mesi, e la consuma anche quando ammuffisce in superficie togliendo solo la parte bianca, e chi non sapendo che fare butta via tutto. È uno degli alimenti più subdoli, poiché il gusto, già acidulo, può rimanere quasi inalterato anche se si è già deteriorato. Gli esperti consigliano di non conservarla più di 5 giorni: anche se non compare muffa visibile, potrebbe essersi già sviluppata all'interno; e sulla pericolosità delle tossine sviluppate dalle muffe non ci sono più dubbi.
MAIONESE - Dura 2 mesi. Essendo un condimento a base di grasso, resiste di più ai batteri e alle muffe. È vero però che il gusto si deteriora con il tempo e che è uno dei classici vasetti che si dimenticano negli angoli del frigo a tempo indeterminato. Un occhio all'aspetto e uno alla data presunta di apertura possono aiutare a decidere. I condimenti come senape, ketchup, maionese sono tra le bestie nere della cucina. Qualcuno ha pensato bene di modificare una tavola periodica degli elementi per adattarla al tema: ed ecco la «Tavola dei condimenti che periodicamente vanno a male» con nomi e rispettive durate.
FORMAGGI - Per i freschi la data di scadenza è piuttosto affidabile. Per i formaggi a pasta dura si può migliorare la conservazione togliendo la protezione di plastica e avvolgendoli nella carta oleata, sulla quale a sua volta si rimette la plastica. Un'operazione da professionisti della cambusa, ma aiuta. Come valutare la muffa superficiale è oggetto di dibattito: la prudenza vuole che si rimuova la crosta per almeno 2 centimetri di profondità, pulendo ogni volta il coltello molto bene. Le uova durano 3-5 settimane e vanno conservate nella parte più interna del frigo, dove gli sbalzi di temperatura si sentono meno. Certo, bisogna anche valutare il rischio che affondandoli nei meandri più interni dell'elettrodomestico si dimentichino per sempre.
da
www.corriere.it