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Anemos

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    Fiumi di porpora
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    art friend
    imbrattatele
    00 15/03/2005 19:36
    Non capitava mai di vederla passare.
    Quasi sempre all'incrocio tra il semaforo e il bowling gli uomini allungavano in segreto lo sguardo, cercando di rapire se pur per un attimo quell'atea tentazione di peccato,l'evenienza di una notte mai vissuta e ben vista dal farlo:irruente la voglia come in quegli attimi lo erano gli occhi di Dio.
    Ma non più di uno sguardo,non più di un semplice assaggio..
    volerla era inevitabile,averla:fatale
    sembrava solvente del suo debito impuro,le sue gambe racchiudevano ogni perifrasi di cui si serviva per amare se stessa,lei era il perno attorno al quale ruotavano,come un congegno inarrestabile,tutti i membri di quel gioco nascosto.
    Era tanto bella che le altre donne tacevano guardandola,irritate al solo pensiero di doverne parlar male per non sentirsi troppo inutili.
    Quale oblio poteva catturare a tal punto da non riuscirne a risalire?Quale lacrima da non poter sorridere?
    Forse lei,inspiegabile come la stessa risposta,era la divina e inafferrabile moglie di Dio,
    ma più semplicemente i paesani preferivano chiamarla :una leggenda.
    A sera non si vedeva che un soffuso squarcio di luce.
    Anemos era rimasta sola..
    Per tutto il giorno,come tutti i giorni,aveva sostato nell’incrocio tra il semaforo e il bowling,guardando la gente passare e sentendosi vittima di un reato impunito,aspettando la morte per chi da lei ne avrebbe avuto un sol giorno di vita,ma nessuno aveva mai tentato un tale affronto..

    Piangeva il cielo ma anche la pioggia esitava a bagnarla

    Anemos era rimasta sola.





    -Giulia-
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    loshrike
    Post: 487
    vice admin
    apprendista
    00 15/03/2005 20:54
    Un bel racconto che mi ha fatto ricordare un film che mi era piaciuto molto: Malena con Monica Bellucci..
    Forse il paragone non è del tutto calzante ma leggendo le tue righe ho subito pensato alle immagini iniziali di questo film a mio giudizio molto ben fatto al di la della partecipazione di una bellissima quale è la Bellucci...
    Comunque complimenti anche per il tuo stile narrativo che cattura l'attenzione del lettore e riesce a portarlo sino alla fine senza annoiare...

    Ciao

    Losh
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    Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)
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    merlino62
    Post: 2
    art friend
    imbrattatele
    00 29/03/2005 18:18
    davvero ben scritto questo racconto

    complimenti

    pg

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    loshrike
    Post: 664
    vice admin
    pittore
    00 29/03/2005 21:06
    Lo penso anch'io.. e penso anche che la piccola peste abbia veramente talento per la parola scritta.. spero soltanto che ci faccia leggere presto qualcosa di nuovo..

    losh[SM=g27823]
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    Siamo realisti, esigiamo l'impossibile (Ernesto Che Guevara)
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    Fiumi di porpora
    Post: 76
    art friend
    imbrattatele
    00 30/03/2005 13:55
    si,l'ho scritto l'altro giorno in fiori di pensiero
    ora non posso scrivere un'altra cosa nuova



    Lei cammina ubriaca lungo un rosso tappeto di velluto,sa già di essere morta e piange perchè nessuno le crede.
    Lei camminava ubriaca,avanti e indietro,ed era morta ma nessuno le credeva.
    Se partivi dall'inizio del mondo,da dove poggia il primo arco di fiori e camminava per milioni e milioni di granellini di sabbia sarebbe apparsa all'improvviso.
    Ma non una catena di montagne,neanche una'altra piccola altura al suo fianco..c'era solo lei che quasi sprofondava nella sua maestosità,rigida e bella anche solo per il mistero che la presentava,bella che non sapeva spiegare,mai avrebbe potuto spiegare.
    Una montagna di spade,ven'era conficcata una in ogni angolo.

    Lei cammina ubriaca e si suona i capelli di una melodia mai nata per chi ne trova ingiusta la presenza,morta
    morta per chi non è capace di ascoltare che il reale inesistente di una falsa verità.

    Perchè mai avrebbe permesso a un arco di fiori l'anticipare di inizi ormai morti,o per ipotesi ancora non nati
    avrebbe preferito credere a una montagna di spade che nello stesso istante le bloccava la strada.

    Sotto alla montagna c'era un gatto con un sigaro in bocca.
    -Per il mare sempre dritto,se cerchi un posto dove dormire sempre dritto,se ti serve il cielo ancora dritto,ora sparisci-
    -e tu cosa ci fai sotto alla mia montagna?-
    -no ora non posso-
    -cosa non puoi?-
    -lei ogni volta che metteva le scarpe correva-
    -chi lei?-
    -ho detto sparisci-
    -mi serve una spada-
    -mi spiace,non sono in vendita-
    -dopo che la uso te la ridò-
    -a cosa ti serve?-
    -devo infilarmela in gola-
    -perchè?-
    -così tutti vedranno che sono morta-
    -e dopo che tutti lo sanno?-
    -mi credono-
    -prenditela-

    Scivola sicura dalla sua mano alla sua forza,lei è quasi contenta.

    -ora mi credi?-
    -si-
    -pensi che gli altri mi crederanno?-
    -si,ora vattene voglio dormire-

    Lei si addormentava accanto al gatto,mentre quello indifferente le faceva le fusa.
    Lei cammina ubriaca per un rosso tappeto di velluto,e ride perchè il gatto le crede

    -Giulia-