00 29/09/2006 07:19
Durante una seduta di Arteterapia

"La piccola storia che vi scrivo è davvero accaduta alcune settimane fa ed è indicativa di quanto possa essere efficace una seduta di arteterapia per fare emergere disagi, talvolta, anche gravi.

Premetto che a seguito di quanto leggerete è in corso un’indagine per presunti maltrattamenti e violenza psicologica a danno di bambini e bambine. Dico presunta anche se ho fornito alle autorità competenti documenti molto significativi al riguardo. E’ mio dovere, comunque, nel rispetto delle indagini in corso da parte della magistratura, non fornire alcun dettaglio che possa essere di aiuto per collocare personaggi e fatti in un luogo specifico.
L’azione si svolge in una scuola elementare, in uno spazio attrezzato per l’artetrapia e la musicoterapia. Un gruppo di bambini e bambine sistemano i loro materassini illuminati da una bellissima luce azzurra. I primi suoni proposti sono quelli della pioggia, del temporale. La traccia del lavoro che svolgeremo consiste nel comunicare le emozioni che questi suoni ci fanno sperimentare. Dopo alcuni minuti, una bambina si raggomitola portando la testa sotto le braccia....delicatamente mi avvicino a lei e noto che lacrime le solcano il viso. Attendo ancora qualche istante, poi, sussurrando le chiedo se sta bene....se vuole parlare con me....lei, con un filo di voce mi dice che non vuole stare più in quella scuola....dunque io la invito a separarsi dal gruppo. Giulia (nome convenzionale) mi segue verso il fondo dell’aula. Seduti a terra iniziamo a parlare.
- Giulia, ti spaventa il temporale?
- No, però vorrei tornare a casa e non stare più in questa scuola.
- Perchè, non stai bene qui?
- No, qui ci picchiano....non solo a me....

Da quel momento inizia una specie di racconto dell’orrore. Alla voce di Giulia si unisce quella di altre bambine. Per quel giorno sospendiamo con il proposito di tornare sull’argomento servendoci di altre tecniche arteterapeutiche, anche per verificare il più possibile l’attendibilità dei fatti.

Durante l’incontro successivo, allo stesso gruppo di bambine viene proposto di rappresentare con dei disegni una loro emozione bella o brutta. Diffondiamo musiche attentamente valutate e scelte.
Una copiosa produzione di disegni conferma ed amplia moltissimo quanto temuto.
Un voluminoso fascicolo di documenti, da lì a qualche giorno sarà consegnato alla magistratura attraverso gli uffici di polizia competenti per presunte violenze a danno di minori.

Perché vi ho raccontato questa storia, nella realtà solo agli inizi e di cui, probabilmente, seguiremo lo svolgersi su qualche quotidiano nei prossimi tempi? Perché è significativo il fatto che, durante le ordinarie ore di lezione, fatti di questo genere difficilmente possono venire a galla in quanto è proprio l'armosfera emozionale specifica di interventi arteterapeutici che agevola questo tipo di "sblocchi" oltre qualsiasi timore, anche di possibili ritorsioni da parte di quel mondo adulto incurante delle sensibilità e dei diritti dei bambini e delle bambine. Le loro paure, però, si sono, per così dire, scatenate al suono di un temporale...il temporale ha creato una speciale suggestione fantasmatica che ha sicuramente acceso e, forse anche accentuato, ricordi, emozioni, sensazioni....poi il lavoro dell’operatore musicoterapeuta si è inserita con il mezzo vocale per “rassicurare” ed “invogliare” al racconto. La trasposizione in colori e narrazioni ha, in un modo, dato compimento al percorso che, data la presunta gravità dei fatti, ha oltrepassato i limiti e le soglie dell’istituzione scolastica.

Episodi di tal genere sono così tanto numerosi da riuscire davvero difficile a contarli. L’arteterapia, la musicoterapia, le tecniche dei linguaggi non verbali, possono essere di grande aiuto per portarli alla luce...dal buio di timori e paure infantili....e come un solerte e, da me stimatissimo funzionario di polizia mi diceva qualche giorno fa, un insegnate, un operatore culturale, nel momento in cui sta svolgendo le sue mansioni è anche un pubblico ufficiale e certi fatti tanto disgustosi e raccapriccianti non vanno nascosti o, peggio, dimenticati. Quando e se questa storia avrà termine, chiederò alle autorità competenti la restituzione di quei toccanti disegni per mostrarveli e commentarli. Il mio, in qualità di operatore culturale e, da sempre, difensore dei diritti dei bambini e delle bambine al fianco dell’UNICEF è anche un invito a non tacere mai, assolutamente mai, quando si è a conoscenza di episodi di violenza....anche e soprattutto se questi avvengono in famiglia."