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Il disegno, o meglio lo schizzo che imposta il dipinto, è stato reso visibile dalla riflettografia eseguita con la nuova strumentazione dell'Istituto Nazionale di Ottica, che trasferisce i dati direttamente su supporto informatico. Infatti la riflettografia eseguita nel 1983, peraltro senza la preventiva rimozione della spessa vernice ingiallita, non aveva dato risultati apprezzabili. Lo schizzo documenta, in maniera ancora più netta rispetto ai pentimenti già evidenziati con le analisi del 1983, che il dipinto è stato eseguito dal pittore in maniera diretta e immediata, probabilmente di fronte ad una modella, infatti il disegno sulla preparazione mostra una diversa impostazione del braccio, corretta direttamente con la stesura pittorica.

La libertà del disegno come "appunto visivo" e determinazione delle mosse, e delle posizioni delle figure, è presente già nei disegni di Ghirlandaio e di Filippino Lippi ed è peculiare del metodo di lavoro di Leonardo.

Lo studio del movimento e del variare delle posizioni possibili, come nel braccio destro della Fornarina, si traduce in tratti sottili e ripetuti che vogliono solo definire l'idea e l'impostazione della figura. Senza ulteriori passaggi disegnativi, in questo caso il pittore passa dalla ripresa vivo all'esecuzione pittorica.

Il confronto con la riflettografia della Madonna Hertz conferma la differenza del percorso disegnativo di Giulio Romano, in particolare nel rapporto con il disegno con la "Madonna con Bambino" del Louvre. Il disegno di Giulio Romano appare costruito e definito nei contorni, è delineato a piani di chiaro scuro ed i contorni sono eseguiti con libertà disegnativa ma con nitidezza nel definire le masse.

Riflettografia della Madonna Hertz